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Mascherine FFP2 e FFP3: quali sono le differenze?

differenza tra mascherine FFP2 e FFP3

Differenza tra mascherine FFP2 e FFP3: quali sono? Con l’evoluzione del contesto pandemico, i dispositivi di protezione individuale (DPI) sono ormai entrati a far parte della nostra quotidianità, sia per garantirci maggiori protezione e sicurezza, sia per evitarci di incorrere in sanzioni indesiderate.

Tra i dispositivi di protezione più diffusi, a livello nazionale ma anche nel mondo, le Mascherine Facciali Filtranti (FFP) sono sicuramente uno tra gli strumenti più efficaci per prevenire e scongiurare il contagio da Covid-19. Specialmente negli spazi chiusi, quindi nei luoghi come cinema, teatri, mezzi di trasporti e uffici, è sempre più consigliato (se non già obbligatorio) l’utilizzo delle mascherine di tipo FFP2 o FFP3: queste mascherine, infatti, presentano una capacità filtrante molto più elevata delle classiche mascherine chirurgiche.

Anche se entrambe le mascherine hanno la funzione di proteggerci dagli agenti patogeni e/o dalle sostanze tossiche, è bene conoscere nel dettaglio le principali caratteristiche che distinguono le mascherine FFP2 dalle mascherine FFP3, così da scegliere il DPI più adatto e idoneo ad ogni particolare occasione o esigenza!

La principale differenza tra mascherine FFP2 e FFP3: il grado di protezione

Le mascherine FFP2 e FFP3 svolgono la stessa funzione di protezione da agenti patogeni e sostanze tossiche, con una sola differenza: il livello di sicurezza che garantiscono a chi le indossa! Le mascherine FFP3 hanno infatti una capacità di filtraggio delle particelle (di diametro di 2,5 micron) che raggiunge il 99%, assicurando una protezione pressoché assoluta. Invece, le mascherine FFP2 hanno un potere filtrante leggermente inferiore, che corrisponde al 95%.

Nello specifico, le mascherine FFP2 sono in grado di proteggere l’apparato respiratorio da nebbie, polveri o particelle quando presenti in concentrazione fino a 12 volte superiore al valore limite previsto dalle normative vigenti. Il loro potere filtrante supera infatti del 70% quello delle mascherine chirurgiche, che è pari solamente a uno 20% durante l’inspirazione.

Le mascherine FFP3 invece, anche se proteggono sempre l’apparato respiratorio da sostanze tossiche o cancerogene, garantiscono una protezione anche in presenza di una concentrazione di particelle 50 volte superiore al valore limite previsto dalle normative vigenti.

La differenza tra mascherine FFP2 e FFP3 risiede quindi in pochissimi punti percentuali, che ad ogni modo possono fare una sostanziale differenza a seconda delle necessità di chi le indossa. Ad esempio, è sempre importante tenere in considerazione che entrambi i modelli di mascherina (FFP2 e FFP3) con valvola hanno una capacità filtrante drasticamente inferiore in uscita: proteggono chi le indossa ma non l’ambiente circostante, dove l’espirato fuoriesce liberamente!

Quando è consigliato usare una mascherina FFP2 piuttosto che una FFP3?

Le mascherine FFP2 sono solitamente utilizzate nell’industria farmaceutica, nei laboratori di analisi e dagli operatori sanitari, ma anche da chi lavora nel settore minerario, tessile, siderurgico, del legno, della carrozzeria oppure ancora dalle industrie agricole. In generale, è possibile affermare che questo tipo di mascherine è particolarmente adatto per tutti quei soggetti che lavorano in condizioni di basso o moderato rischio.

Le mascherine FFP3 sono invece particolarmente indicate per tutti quei soggetti che lavorano in condizioni di moderato e alto rischio. Ad esempio, oltre che agli operatori sanitari, le mascherine FFP3 sono consigliate a chi lavora nel settore meccanico, minerario, dell’edilizia, della falegnameria, del trattamento dei rifiuti e della verniciatura industriale.

Non c’è differenza tra mascherine FFP2 e FFP3 sul rispetto delle norme tecniche

Per essere utili e per proteggerci efficacemente dagli agenti patogeni o dalle sostanze tossiche, è importante che le mascherine FFP2 e FFP3 che acquistiamo in farmacia o su internet siano certificate ai sensi del Reg UE n. 425/2016. Infatti, specifiche norme definiscono i criteri e i requisiti minimi che vanno tenuti in considerazione dai produttori di DPI, che devono attuare specifici test e prove tecniche per garantire non solo l’efficacia di questi prodotti, ma anche la traspirabilità e la stabilità dell’impianto produttivo.

Le mascherine certificate CE devono essere prodotte con materiale filtrante e devono essere realizzate per coprire interamente naso e bocca, e possibilmente anche il mento. Possono essere previste una o più valvole ed è importante ricordare che la loro durata massima è quella di un ciclo di lavoro, proteggendo quindi chi le indossa per una durata massima di 8-10 ore. Anche se non è obbligatorio, è sempre consigliato disporre di gel disinfettati e di igienizzare spesso le mani per non contaminare la mascherina.

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