Il test rapido per rilevare l’infezione da SARS-CoV-2 viene eseguito mediante un tampone naso-faringeo o salivare. Tramite un bastoncino cotonato che viene inserito nella narice del paziente, si preleva del materiale biologico costituito dalle cellule superficiali della mucosa del rinofaringe (parte superiore del tratto respiratorio) o dell’orofaringe (porzione della faringe posizionata dietro al cavo orale). Il prelievo viene effettuato in pochi secondi, in modo che il paziente non provi nessun tipo di dolore o fastidio, con lo scopo di ricercare le componenti proteiche del virus, i cosiddetti “antigeni”. I tempi di risposta sono molti brevi, dai 5 ai 10 minuti, a differenza dei test molecolari che richiedono dalle 8 fino alle 24 ore per ottenerne l’esito.
Si giunge a questo punto ad una domanda: ma quant’è il livello di affidabilità del test rapido per il Covid?
Si tratta di una domanda lecita, infatti la sensibilità del test rapido è inferiore rispetto a quella del test molecolare, cosa che dipende soprattutto dalla concentrazione di materiale genetico nel campione estratto o al momento temporale in cui viene effettuato, dato che l’infezione si palesa dopo 48 ore dal contatto con una persona positiva. Da ciò, deriva il fatto che il test rapido possa restituire dei falsi-negativi, causati proprio dal ridotto spazio temporale intercorso dal momento dell’infezione. In ogni caso, il test rapido è uno strumento importante per ottenere un responso veloce nel caso di indagini di screening o in situazioni in cui è necessario intraprendere azioni di controllo in un breve lasso di tempo. In presenza di situazioni incerte, è sempre meglio confermare l’esito effettuando anche un test molecolare.